Germogli di alfa alfa (erba medica): proprietà e utilizzi
Informazioni generali
Alfa alfa, altrimenti chiamata erba medica (Medicago sativa), è una leguminosa perenne appartenente alla famiglia delle Fabaceae, utilizzata fin dall’antichità per le sue proprietà medicinali. Originaria dell’Asia Medio Orientale e del bacino del Mediterraneo, è possibile trovare tracce del suo utilizzo nei testi di medicina persiana e Araba, nella medicina Ayurveda e in quella tradizionale cinese, per la salute umana e degli animali.
Lo stesso nome latino deriva dalla attribuzione al popolo dei Medi (Medicago) riferita in antichi testi greci (1,2), mentre il nome alfalfa è ritenuto derivare dall’arabo con il significato di “padre di tutti i cibi”. Utilizzata dall’antichità come erba per foraggio, resta la leguminosa più coltivata al mondo. I persiani erano soliti utilizzarla nell’allevamento dei cavalli di razza e da combattimento, mentre nella medicina tradizionale veniva utilizzata per migliorare la memoria, nei disturbi del sistema digerente, nelle coliche renali, nelle malattie da raffreddamento, nel diabete, come antiossidante e antinfiammatorio, antimicrobico, ma anche nei disturbi del sistema nervoso centrale, nei tumori e come cardiotonico.
Di conseguenza, queste evidenze promuovono l’utilizzo dei germogli di erba medica come alimento funzionale, in virtù dei numerosi composti bioattivi in essa contenuti.
Le proprietà caratteristiche dell’erba medica (alfa alfa)
Attualmente, nell’alimentazione umana, l’erba medica viene consumata sottoforma di germogli, da aggiungere ad insalate, panini, zuppe, a torte salate e piatti di legumi. Esistono anche preparati sottoforma di integratori in capsule, polveri o infusi (3). Tuttavia, il processo di germinazione è da preferire in quanto largamente usato per aumentare le proprietà nutrizionali delle piante, diminuire la concentrazione di antinutrienti contenuti nel seme, e amplificare il contenuto di composti bioattivi e antiossidanti, che rendono i germogli alimenti funzionali per la salute ed il benessere umano (4).
I germogli di alfalfa o erba medica (2,3,4,5,6), hanno un elevato contenuto di proteine proteine (circa 40g per 100g calcolati su peso secco, 4g su 100g di prodotto fresco) superiore al contenuto proteico dei semi (4); contengono vitamine, sali minerali (soprattutto ferro, potassio, calcio e magnesio), acidi grassi polinsaturi, omega 3, polifenoli, fitoestrogeni e saponine.
Sotto il profilo aminoacidico, i germogli di alfalfa contengono tutti gli aminoacidi essenziali (3,5), anche se, essendo la concentrazione di aminoacidi solforati più bassa rispetto agli altri, è sempre consigliabile abbinarli con altre fonti di proteine vegetali, come i cereali e i legumi cotti, oppure animali.
I germogli di alfa alfa: antiossidanti, antinfiammatori, antimicrobici e aiuto nella sindrome dismetabolica
Le proprietà antiossidanti dei germogli di alfalfa (o erba medica, Medicago sativa) sono legate alla ricchezza di vitamine, sottoforma di precursori della vitamina A, come i carotenoidi luteina e zeaxantina (5,6,7), pigmenti appartenenti alla famiglia delle clorofille, la vitamina E, con diverse forme di tocoferoli, vitamina C, e agli acidi grassi polinsaturi della classe omega 3, importanti antiossidanti particolarmente utili nella protezione della pelle e nella prevenzione della degenerazione maculare della retina (9,10), dovuta all’invecchiamento. Gli omega 3 sono definiti essenziali, in quanto devono essere introdotti tramite l’alimentazione.
Anche sali minerali come il manganese, il rame ed il selenio presenti nei germogli di alafa, sono importanti componenti di differenti enzimi, coinvolti nella regolazione dei processi di ossidazione cellulare (5).
E’ stato dimostrato che composti polifenolici, come la quercetina e il kaempferolo, di cui i germogli di alfalfa sono ricchi, sono in grado di ridurre l’infiammazione e lo stress ossidativo sia all’interno delle cellule che dell’ambiente esterno (11). Questi polifenoli, essendo in grado di attraversare la barriera ematoencefalica, esplicano la loro azione anche a livello cerebrale come neuroprotettori (12), e sul sistema cardio-vascolare, sia riducendo i danni dell’aterosclerosi che agendo come antiaggregante piastrinico (13,14,15,16).
Questa funzione potrebbe essere il risultato di un’azione sinergica con alcuni fitoestrogeni, come il cumestrolo, che mostra attività anti neuroinfiammatorie ed inibenti i disordini neurologici (4,16) controllando la produzione di ossido nitrico, che se in eccesso diventa tossico e promuove la neurodegenerazione.
Un’altra classe di molecole funzionali presenti nell’erba medica è quella delle saponine (17), con funzione protettiva per la pianta stessa, nei confronti delle aggressioni da parte di agenti esterni come funghi o insetti o nematodi. Oltre alle conseguenti proprietà disinfettanti ed antimicrobiche (18), alle saponine si attribuiscono proprietà ipoglicemizzanti, di regolazione dei livelli di colesterolo e trigliceridi, e proteggenti il sistema cardiocircolatorio (17).
È stato dimostrato che il loro l’effetto benefico nella stabilizzazione della glicemia, si attua agendo sia a livello dei recettori insulinici, ma anche inibendo l’attività di enzimi coinvolti nel trasporto e nella digestione degli zuccheri. Il loro effetto sul metabolismo del colesterolo è invece legato alla riduzione dell’assorbimento sia dei grassi che del colesterolo stesso, migliorando l’equilibrio della flora batterica intestinale (19).
L’Autrice
La Dott.ssa Cristina Lazzeri è laureata in Scienze Biologiche, e ha affinato la sua esperienza in moltissimi campi della Biologia Molecolare e Cellulare, applicati al cam+po dell’oncologia. Si è poi interessata alla cucina salutare, alla Nutrizione Umana, apprendendo le tecniche di base per lo studio dello stato nutrizionale e della composizione corporea, che sono state arricchite partecipando a numerosi corsi di perfezionamento, dalla Nutrizione Pediatrica a quella Vegetariana, dalla Dieta Chetogenica all’alimentazione in Oncologia, ai legami tra Alimentazione e Infiammazione. In questo percorso a febbraio 2018 è iniziata la collaborazione con la Dott.ssa Federica Pulcini e il centro medico Eclepta di Roma www.eclepta.it
Glossario
Carotenoidi: sono una classe di pigmenti organici appartenenti alle clorofille prodotti dalle piante o da altri organismi fotosintetici, alcuni di questi sono considerati precursori della vitamina A, potendo essere convertiti in retinolo dagli animali che si cibano di vegetali. Luteina e zeaxantina appartengono a questo gruppo di composti e rientrano nel pigmento della macula, la piccola zona centrale della retina a livello della quale si forma l’immagine di ciò che si osserva. Sono caratterizzate da spiccate proprietà antiossidanti che aiutano a contrastare le specie reattive dell’ossigeno, a proteggere le membrane dai danni associati all’esposizione ai raggi ultravioletti e a ridurre la formazione di lipofuscina, il cui accumulo può anticipare la comparsa di problemi all’occhio associati all’invecchiamento. Fra luteina e zeaxantina, quest’ultima è considerata un antiossidante più efficace e previene i danni causati dagli ultravioletti meglio rispetto alla luteina, che invece esercita una migliore azione filtrante.
Fitoestrogeni: I fitoestrogeni sono sostanze di origine vegetale che hanno proprietà ormonali di tipo estrogenico. Ubiquitari nel mondo vegetale, concentrazioni elevate si riscontrano nei legumi, soprattutto la soia, anche se in quantità inferiori, in molti tipi di frutta, verdure e cereali integrali. Pur non essendo di natura steroidea (sono fenoli eterociclici), funzionalmente e anche in parte strutturalmente sono simili al 17 beta estradiolo. In virtù di questa analogia strutturale essi competono per gli stessi siti recettoriali degli estrogeni endogeni dei quali condividono la stessa affinità possedendo, però, una capacità di attivazione mille volte inferiore. Il risultato è una modulazione della risposta recettoriale, riducendo la risposta in situazioni di iper estrogenismo, oppure stimolando in maniera blanda laddove sia carente la produzione endogena di estrogeni.
Grassi polinsaturi: sono acidi grassi che presentano più di un doppio legame C=C all’interno della molecola. Appartengono agli acidi grassi polinsaturi, famiglie di grassi, quali gli omega-3, gli omega-6 e gli omega-9, rilevanti dal punto di vista nutrizionale. Gli omega 3 e omega 6 sono grassi polinsaturi considerati essenziali, i loro precursori (l’acido linoleico e l’alfa-linolenico, ALA) non possono essere sintetizzati dall’organismo, e per questo devono essere assunti con l’alimentazione. Il rapporto tra omega 6 e omega 3 deve essere ben bilanciato, per non andare incontro a stati infiammatori, qualora gli omega 6 siano in eccesso, come accade nell’alimentazione occidentale. Le principali fonti di omega 3 sono i pesci grassi, come le acciughe, le aringhe, lo sgombro, il salmone, le sardine, lo storione, la trota e il tonno, ricchi di omega 3 EPA (acido eicosapentaneoico) e DHA (acido docosaesaenoico). Fonti vegetali come noci, i semi di lino e il loro olio, e di chia sono invece ricche di ALA.
Polifenoli: un gruppo eterogeneo di sostanze naturali, particolarmente note per la loro azione positiva sulla salute umana. In natura, i polifenoli vengono prodotti dal metabolismo delle piante, dove in relazione alla diversità chimica che li caratterizza, ricoprono ruoli differenti: difesa dagli animali erbivori (impartiscono sapore sgradevole) e dai patogeni (fitoalessine), supporto meccanico (lignine) e di barriera contro l’invasione microbica, attrazione per gli impollinatori e per la dispersione del frutto (antocianine), inibitori di crescita delle piante in competizione. In base alla loro struttura possono essere distinti in tre diverse classi, quella dei fenoli semplici (acido caffeico, cumarico, ferulico…), quella dei flavonoidi (quercetina, flavonoli, flavoni, isoflavoni, antocianine..) e quella dei non-flavonoidi (resveratrolo, curcumina, acido ellagico, tannini..).
Saponine: sono un gruppo di molecole che vedono il loro nome legato alla loro capacità di formare soluzioni schiumeggianti e si possono usare come emulsionanti. Si trovano in molti vegetali, soprattutto nei legumi, ma anche in animali, quali le oloturie o cetrioli di mare. Nelle piante hanno funzione fungicida, antibatterica, citotossica, antivirale.
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