Germogli di ravanello: proprietà, benefici, utilizzi
Germogli di ravanello: quali sono le proprietà? Come possono essere utilizzati?
In questo articolo presentiamo le caratteristiche ed i benefici nutrizionali dei germogli di ravanello, ortaggio appartenente alla famiglia della brassicaceae, genere Raphanus, molto apprezzati per le proprietà nutrizionali che li rendono un prezioso contributo per il benessere e la salute.
Grazie ad un insieme di fitonutrienti in essi contenuti, i germogli di ravanello aiutano in particolare a sostenere l’organismo con le loro potenzialità antitumorali, antiossidanti, antipertensive, antinfiammatorie, immunomodulatorie, ipoglicemizzanti e coleretiche (1,2,3).
I germogli di ravanello sono disponibili nella linea Germogliamo sia come germogli freschi che come semi da coltivare in casa.
Caratteristiche del genere Raphanus e meccanismi antiossidanti
II ravanello si è probabilmente originato nel nord Europa e nelle zone temperate dell’Asia; appartiene alla famiglia delle brassicacee o “crucifere” (2), che prende il nome dalla disposizione dei quattro petali nei loro fiori, a cui appartengono molti generi edibili, specie e varietà diverse, coltivate da millenni. Il ravanello appartiene al genere Raphanus e alla sottospecie Raphanus sativus, che include poi diverse varietà (o “cultivar”) che si distinguono in base al tipo di radice (tonda o lunga), e al colore. Possono essere quindi caratterizzate da radice bianca e lunga come il daikon, più diffuso in Asia, oppure rotonda, con colori che vanno dal bianco al rosso, rosa, viola o nero, più comuni nei paesi occidentali.
Le piante che appartengono a questa famiglia hanno avuto un impiego nella medicina tradizionale come sostegno alla funzione digestiva ed epatica; quello che però li contraddistingue, come tutte le piante crucifere, è l’alto contenuto di micronutrienti come vitamine (soprattutto vitamina C), sali minerali (selenio), ma soprattutto rappresentano una fonte di preziosi fitochimici, che includono polifenoli, composti organosolforati (ai quali è legato il sapore acre e pungente di questi vegetali), carotenoidi e antocianine (1,4).
Vengono considerate “fitochimiche” quelle molecole contenute nelle piante in basso dosaggio (rispetto a “macronutrienti” come proteine, carboidrati, grassi, e fibre); i fitochimici o fitonutrienti sono prodotti dalle piante essenzialmente per proteggersi (in particolare da stress ossidativo e da agenti patogeni) e rappresentano un vantaggio per la sopravvivenza nell’ambiente in cui vivono. L’attività biologica di questi composti infatti permette di contrastare l’azione deleteria dei composti reattivi dell’ossigeno all’interno delle cellule, a ostacolare processi di danneggiamento del dna, proteine e lipidi, a diminuire e inibire stati di infiammazione, invecchiamento e tumorigenesi.
Tra i composti organosolforati contenuti nei germogli di ravanello appartengono i glucosinolati e a questi vengono attribuite le proprietà antitumorali e antiossidanti caratteristiche delle piante di questa famiglia (1,2,3). Durante la masticazione, per distruzione dei tessuti vegetali, l’enzima mirosinasi viene rilasciato da vacuoli interni alle cellule ed è in grado di trasformare per idrolisi i glucosinolati immagazzinati in composti come il sulforafano: questi a loro volta attivano meccanismi cellulari capaci di inattivare potenziali sostanze cancerogene e specie reattive dell’ossigeno, agendo come potenti antiossidanti, antitumorali e antimutageni.
Benefici del consumo regolare dei germogli di ravanello e associazione con verdure cotte.
È largamente conosciuto che i germogli delle piante rappresentano una fonte eccellente di vitamine, sali minerali, fibre e soprattutto fitochimici, in quantità molto più elevata rispetto ai tessuti dell’ortaggio “adulto”: nei germogli delle crucifere questi composti raggiungono concentrazioni superiori tra le 10 e le 50 volte (3) rispetto alla pianta matura. Per quanto illustrato sopra ecco che il consumo dei germogli di ravanello risulta particolarmente importante; nella stagione invernale, possono anche essere abbinati a cavoli, broccoli o verze cotte in modo da arricchirli di biomolecole attive (4): questo anche per compensare la perdita di contenuto nutrizionale dovuta alla cottura.
I cultivar di ravanello, come precedentemente ricordato, sono caratterizzati da forme e colorazioni molto diverse: sono le antocianine ad essere prodotte in maniera diversificata nei cultivar e caratterizzano la colorazione della radice in tonalità rosse, rosa e viola. Nei germogli la colorazione rosso-violacea caratterizza l’ipocotile, ossia il fusticino che collega la radice alle prime foglioline, i cotiledoni.

Altri benefici per la salute dal consumo regolare di germogli di ravanello
É scientificamente dimostrato che i ravanelli, e i loro germogli in special modo, possiedono capacità antiossidanti, antinfiammatorie, antidiabetiche, antivirali, antitumorali (7). Diverse di queste proprietà sono legate proprio all’azione degli isiotiocianati, formati a partire dai glucosinolati, che numerosi studi hanno dimostrato in grado di attivare gli enzimi di fase II attraverso l’attivazione di una molecola chiamata Nrf2 (8,9). Questi processi sono svolti soprattutto a livello delle cellule epatiche, e portano alla produzione della molecola endogena con il più alto potenziale antiossidante che è il glutatione.
Le proprietà antiossidanti dei germogli di ravanello rosa o viola, come per i germogli di broccoli, sono legate anche all’alta concentrazione di altre sostanze con capacità antiossidante come la vitamina C (10), antocianine e polifenoli. Il loro contenuto può essere incrementato in special modo quando i germogli sono coltivati alla luce, un metodo che permette alle cellule vegetali di sintetizzare di queste molecole con lo scopo di proteggersi dall’azione ossidante dell’ambiente esterno.
Tra i benefici apportati dai germogli di ravanello, può essere menzionato anche l’effetto antidiabetico a sostegno dei meccanismi di controllo dell’omeostasi degli zuccheri, con possibili conseguenze positive nel contrastare l’obesità, anche migliorando l’equilibrio del microbiota intestinale (11,12) e contribuendo alla crescita dei microrganismi benefici. Diversi studi attribuiscono ai polifenoli dei germogli di ravanello una correlazione con il miglioramento dell’infiammazione caratteristica della sindrome dell’intestino irritabile, inducendo cambiamenti nella composizione del microbiota intestinale (13).
Le linee guida per la corretta alimentazione infatti, consigliano di consumare dalle 3 alle 5 porzioni di crucifere alla settimana, o meglio ancora dei loro germogli, in cui la concentrazione di molecole biologicamente attive è sensibilmente superiore.
L’Autrice
La Dott.ssa Cristina Lazzeri è laureata in Scienze Biologiche, e ha affinato la sua esperienza in moltissimi campi della Biologia Molecolare e Cellulare, applicati al campo dell’oncologia. Si è poi interessata alla cucina salutare, alla Nutrizione Umana, apprendendo le tecniche di base per lo studio dello stato nutrizionale e della composizione corporea, che sono state arricchite partecipando a numerosi corsi di perfezionamento, dalla Nutrizione Pediatrica a quella Vegetariana, dalla Dieta Chetogenica all’alimentazione in Oncologia, ai legami tra Alimentazione e Infiammazione.
L’alimentazione infatti riveste in ruolo molto importante nello sviluppo delle patologie tumorali e al tempo stesso, una corretta alimentazione, rappresenta un traguardo da raggiungere nella prevenzione di queste patologie, così come quelle a carico dell’apparato cardiocircolatorio. In questo contesto la Dott.ssa Lazzeri ha approfondito la conoscenza sugli alimenti funzionali, i nutraceutici, che come veri e propri farmaci, possono potenziare i benefici legati ad una corretta alimentazione.
In questo percorso a febbraio 2018 è iniziata la collaborazione con la Dott.ssa Federica Pulcini e il centro medico Eclepta di Roma www.eclepta.it
Glossario
Antocianine: sono tra i più importanti gruppi di pigmenti presenti nei vegetali, e si ritrovano nei fiori e frutti così come negli arbusti e nelle foglie autunnali, e nei getti nuovi prima della sintesi della clorofilla, spesso insieme ai carotenoidi, oppure, come nel caso del ravanello, nello strato esterno della radice. Il colore delle antocianine può variare dal rosso al blu. Grazie al loro potere antiossidante, proteggono le piante dai danni causati dalle radiazioni ultraviolette, assorbendo luce di una determinata lunghezza d’onda. Appartegono ai Polifenoli, un gruppo eterogeneo di sostanze naturali, particolarmente note per la loro azione positiva sulla salute umana. In natura, i polifenoli vengono prodotti dal metabolismo delle piante, dove in relazione alla diversità chimica che li caratterizza, ricoprono ruoli differenti: difesa dagli animali erbivori (impartiscono sapore sgradevole) e dai patogeni (fitoalessine), supporto meccanico (lignine) e di barriera contro l’invasione microbica, attrazione per gli impollinatori e per la dispersione del frutto (antocianine), inibitori di crescita delle piante in competizione. In base alla loro struttura possono essere distinti in tre diverse classi, quella dei fenoli semplici (acido cafferico, cumarico, resveratrolo,..), quella dei flavonoidi (quercitina, flavonoli, flavoni, isoflavoni, antocianine..) e quella dei tannini.
Composti organosolforati: molecole derivate da aminoacidi solforati contenuti in due gruppi di vegetali, le brassicacee, o crucifere, chiamati glucosinolati, e le piante di genere Allium.
Glucosinolati: sono un gruppo di molecole composte da una parte zuccherina legata, tramite un atomo di zolfo, ad una parte derivata da aminoacidi (glucorafanina, glucorafastatina, sinigrina,). Fintanto che queste sostanze rimangono sequestrate nei tessuti vegetali, i glucosinolati sono chimicamente stabili ed inattivi dal punto di vista biologico. Viceversa, il danno tissutale causato dai parassiti o da qualsiasi altro fattore che porta alla lacerazione dei tessuti, li porta in contatto con enzimi della pianta stessa chiamata mirosinasi. Si attiva così un processo di modificazione enzimatica e formazione di isotiocianati, tiocianati o nitrili.
Isotiocianati: prodotti derivati dai glucosinolati (sulforafene, rafasatina), e responsabili del sapore caratteristico di certe piante, come le brassicace, cavoli, rucola, rafano, mortarda,..con lo scopo di difendere le piante dall’attacco sia di microrganismi che di animali.
Referenze
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